S.E.M.I. di cultura piantati col cuore…nel cuore dell’Italia

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Salvifica ed eterna, la Cultura ha un valore immenso che va ben oltre il mero sapere o conoscere. È nutrimento dell’anima e dei popoli, un movimento vitale che unisce, trasforma, produce ricchezza emotiva, educa il pensiero. Non a caso la settima edizione di S.E.M.I. – Storie di Eccellenza, Merito e Innovazione ha puntato i fari proprio su un tema dai così vasta portata, per un confronto su ciò che di spirituale e concreto proviene dell’universo culturale.

Tema dell’evento, organizzato a L’Aquila da Cultura Italiae dall’11 al 13 ottobre, è stato proprio “La cultura rammenda, la cultura rammenta”, evocando una tensione filosofica tra la necessità di ricordare ciò che siamo stati e il compito di ricucire ciò che si è lacerato nel nostro presente.

«La Cultura salverà davvero il mondo – spiega Angelo Argento, presidente di Cultura Italiae -, e L’Aquila, città segnata dalla distruzione del terremoto e dalla successiva rinascita, ha offerto il palcoscenico migliore per piantare i “semi” del dialogo e della coesione. Abbiamo scelto di essere qui – ha detto nel suo intervento – perché la speranza è davvero un rischio da correre, anche in un mondo così diviso e funestato da crisi. In questo contesto abbiamo raccontato storie, esperienze e testimonianze di chi non rinuncia, di chi osa, sperimenta, fa fatica, ma trova la strada».

L’evento ha riunito tante personalità straordinarie provenienti da tanti ambiti: da quello sportivo a quello artistico, da quello imprenditoriale a quello sociale, per offrire spunti diversi e nuove chiavi di lettura, in un confronto appassionato e avvincente.

Tra le testimonianze più toccanti, quella di Giovanni Allevi il cui intervento, delicato, fragile e al tempo stesso potente, ha toccato nel profondo. Per lui, la musica è un linguaggio universale, un’espressione che trascende il razionale per toccare direttamente l’essenza emotiva dell’individuo. La malattia che lo ha segnato ha prodotto un dolore che l’artista ha saputo trasformare in una forza creativa straordinaria, un’opportunità di rinascita. Una lezione di vita: il dolore, anziché essere qualcosa da cui fuggire, diventa strumento per leggere la propria esistenza attraverso nuovi alfabeti. Ogni nota, ogni pausa nella sua musica, è un segno di resistenza, un atto di guarigione dell’anima. Il pianoforte diventa lo strumento attraverso cui Allevi invita l’ascoltatore a un viaggio che non è solo estetico, ma spirituale, un cammino di risalita verso la luce.

Allevi ha dialogato con un altro artista straordinario, Jago, definito il “moderno Michelangelo”, che ha dimostrato come la scultura sia un atto di liberazione: il marmo, apparentemente inerte, viene modellato dal tempo e dall’abilità dell’artista, che rivela ciò che è nascosto all’interno. L’arte di Jago si colloca nel solco della grande tradizione rinascimentale, ma al contempo la supera, proiettandola nel nostro presente: il marmo, materia per eccellenza della tradizione classica, nelle mani di Jago diventa strumento di riflessione su temi contemporanei, come la vulnerabilità umana e la necessità di riscatto.

La cultura, in questa accezione, si trasforma in uno strumento capace di guarire le ferite del tempo, un atto di “guarigione collettiva”, come l’ha definita Angelo Argento, fondatore di Cultura Italiae. «In questi tre giorni abbiamo piantato tanti “semi” – ha sottolineato Argento – e adesso non resta che attendere per vedere se si trasformeranno in frutti».