“Mare dentro”, l’integrazione sociale naviga con i venti migliori

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Il mare e la vela, tasselli importanti per l’integrazione sociale.

Parte da questo binomio, che mette insieme sport e ambiente, il progetto denominato “Mare dentro”, proposto e finanziato dal Centro Giustizia Minorile per la Puglia e la Basilicata, presentato ufficialmente nelle scorse ore a Taranto, nel corso di una conferenza convocata al Molo Sant’Eligio.

L’iniziativa è rivolta a sette minori che hanno avuto problemi con la giustizia e che sono stati sottoposti alla cosiddetta “messa alla prova” con la sospensione del procedimento penale.

Le uscite in mare con imbarcazione a vela rappresentano solo una delle attività marinaresche con cui il progetto punta a responsabilizzare i sette ragazzi coinvolti, alimentando anche il senso di coesione, responsabilità, lavoro di squadra e, soprattutto, rispetto reciproco e delle regole.

L’ente gestore incaricato della conduzione delle attività del progetto è l’associazione Salpiamo che da anni promuove e diffonde la cultura del mare e della navigazione a vela come mezzo educativo, riabilitativo e d’integrazione sociale, rivolgendosi a minori a rischio, migranti, persone con problemi psichici, con disabilità o con problemi di tossicodipendenza.

<<il mare, come la vita, ha le sue regole – commenta Umberto Di Toppa, presidente dall’associazione Salpiamo -. Sperimentare la vita di bordo, gli spazi limitati, l’essere ‘equipaggio’ è un modo per mettersi in gioco, scoprire nuove regole di convivenza ed elaborare prospettive diverse e creative sul proprio vissuto personale>>.

Alla presentazione ufficiale dell’iniziativa, insieme a Di Toppa, erano presenti Patrizia Quatraro, direttore dell’USMM di Taranto; Patrizia Famá, presidente del Tribunale per i Minorenni di Taranto; Pina Montanaro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Taranto; Gabriella Ficocelli, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Taranto e Giovanni De Pasquale, Vicepresidente dell’associazione Salpiamo.