Anche in Puglia, come nel resto del mondo, si festeggia la Giornata Internazionale delle Zone Umide.
Sin dal 1996, infatti, il 2 febbraio si celebra questa ricorrenza la cui particolarità sta nell’enfatizzare e accendere un faro sull’ambiente, con particolare riferimento a questi ecosistemi naturali la cui presenza è fondamentale per la vita degli uccelli acquatici. In realtà, tutto comincia nel 1971, anni in cui fu adottata la Convenzione Internazionale per le Zone Umide nella città iraniana di Ramsar con un accordo internazionale sull’ambiente siglato per conservare e gestire al meglio questi particolari ecosistemi naturali e tutelare le zone umide.
In Puglia i vari circoli di Legambiente hanno messo a punto numerose iniziative il cui obiettivo è presto detto: sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento di innegabile importanza come, appunto, la tutela ambientale. Lo scopo è quello di riscoprire il valore della flora e della fauna delle zone umide, paludi, torbiere, distese di acqua stagnante o corrente, che accolgono una ricca diversità biologica di uccelli, mammiferi, rettili, pesci e rettili e garantiscono risorse di acqua e cibo ma che svolgono anche una funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Le aree umide – fanno sapere gli esperti – hanno un valore anche nella gestione globale del clima poiché immagazzinano grandi quantità di carbonio e assorbono le piogge in eccesso, arginando così il rischio di inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo al minimo la penuria d’acqua. Basti pensare che solo le torbiere, che coprono circa il 3% del territorio del nostro pianeta, immagazzinano circa il 30% di tutto il carbonio: il doppio di tutte le foreste del mondo. Le aree umide sono i pozzi di assorbimento del carbonio più efficaci sulla Terra.
“E’ l’ora di ripristinare delle zone umide – Rivitalizzare e ripristinare le zone umide degradate”: questo lo slogan scelto da Legambiente per sottolineare l’importanza di operare in maniera attenta per la valorizzazione e cura di queste aree così delicate che rappresentano un habitat fondamentale per una grandissima varietà di esseri viventi. Allo stesso tempo, però, queste aree, che in Italia, secondo il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono 65 per un totale di 82.331 ettari, sono tra gli ecosistemi più rischio del pianeta a causa della pressione antropica e del riscaldamento globale.
Di particolare rilevanza in Puglia è, ad esempio, l’appuntamento odierno, che rientra nel protocollo L’Acqua che serve la Puglia,con un open day nel depuratore di bio-fitodepurazione di Melendugno, il cui fine ultimo è quello di sensibilizzare i cittadini al corretto utilizzo e valorizzazione dell’acqua.
Il 4 febbraio a Barletta, si terrà un convegno sul Parco regionale del Fiume Ofanto “Dalla rete dei Parchi ai Contratti di Fiume al Parco nazionale del Fiume Ofanto”, insieme ad illustri relatori del mondo istituzionale e associativo di Puglia, Campania e Basilicata. Un percorso partecipato che vuole coinvolgere cittadini, imprese e Istituzioni per proteggere il 30% di territorio e di mare entro il 2030.
Il 5 febbraio, a Gallipoli, sarà organizzata una passeggiata ecologica nella zona denominata “Li Foggi”, per promuovere la conoscenza ed il ripristino di questa importante area umida bonificata negli anni ’30 del secolo scorso e oggi inclusa nel Parco regionale Litorale di Punta Pizzo e Isola di S. Andrea. Ritrovo e partenza alla foce del Canale dei Samari alle ore 9.00, rientro alle ore 12.00 circa.
Il 12 febbraio si parlerà del torrente Asso di Nardò nel corso di un incontro organizzato nella Masseria Bianca, in agro di Galatina dal il Circolo Locale di Legambiente Neretum. Un momento di incontro e approfondimento tra i soci di Legambiente e la cittadinanza tutta, sull’importanza ecologica e storico culturale di questo corso d’acqua. Alla giornata, patrocinata gratuitamente dal comune di Nardò, parteciperà la geologa Francesca Lagna che metterà in risalto i lavori sul contratto di fiume del Canale Asso.
<<La Giornata mondiale delle zone umide rappresenta uno degli eventi più importanti per la tutela e valorizzazione della biodiversità. Oggi più che mai dobbiamo ricordarci di come non dobbiamo essere impotenti contro il cambiamento climatico e dobbiamo rimboccarci le maniche affinché questi scrigni siano tutelati e custoditi per impedirne il prosciugamento e la scomparsa. – dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – La nuova Strategia regionale sulla Biodiversità deve puntare a valorizzare sempre più questi scrigni e puntare alla realizzazione di altri per raggiungere l’obiettivo del 30% di aree protette. Come Legambiente cerchiamo, grazie al lavoro dei nostri circoli sul territorio, di fare conoscere sempre più queste meravigliose realtà per incrementare la consapevolezza del ruolo insostituibile che svolgono, ma anche dando risalto alle buone pratiche di tutela e conservazione che si diffondono sempre più nella nostra Regione>>.
Per maggiori info:
http://www.legambientepuglia.it/images/zone-umide-2023/Programma-Zone-Umide-2023-Puglia.pdf