Ferragosto alternativo? Sì, al museo Sigismondo Castromediano. Ecco il programma

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Anche quest’anno a Ferragosto si aprono ai visitatori le porte del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano. Dalle 8.30 alle 19.30, con ingresso gratuito per tutti, come sempre, sarà possibile ammirare i capolavori storico artistici del più antico museo pubblico pugliese, che ospita, inoltre, sino al 30 settembre, la mostra retrospettiva “Leandro unico primitivo”.
“Ad ampliare ed impreziosire l’offerta turistica dell’estate 2016 di Lecce e del Salento, spicca quale attrazione culturale di prestigio il nostro Museo provinciale che, nonostante le difficoltà in cui versa l’Ente, mantiene un appeal ed un richiamo notevole verso i turisti più attenti ed impegnati” dichiara la consigliera delegata alla Cultura Simona Manca.
“Inoltre, quest’anno abbiamo voluto sposare in pieno l’iniziativa ministeriale #Ferragostoalmuseo offrendo una importante occasione per cittadini, famiglie e turisti di conoscere e visitare il nostro cospicuo patrimonio, arricchito da una mostra retrospettiva che si sta rivelando sicuramente interessante ed apprezzata” conclude Simona Manca.
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Su quasi 6.000 mq di sale espositive le collezioni archeologiche e la pinacoteca del Museo di proprietà della Provincia di Lecce, racconta una storia che inizia già 80.000 anni fa quando l’uomo del Paleolitico cominciò ad abitare le grotte sparse tra le scogliere e le campagne salentine.
Al piano terra, di quello che era il collegio Argento dei padri Gesuiti, inizia una ideale passeggiata archeologica per il Salento che porta alla conoscenza dei Messapi, abitanti della nostra terra prima e nonostante l’arrivo dei Greci, capaci di sviluppare una civiltà unica nel panorama dell’Italia dell’età del ferro.
Al secondo piano, l’antiquarium accoglie i reperti archeologici della collezione di antichità del Castromediano e di altri studiosi e collezionisti locali, che formarono il primo nucleo dell’attuale museo. I materiali, esposti per tipologie (ceramiche, bronzi, terrecotte, vetri…) e per grandi temi (la musica nel mondo antico, il banchetto e il simposio, l’arte della guerra, i miti, la donna…), danno un quadro di sintesi della triplice divisione della regione in Daunia, Peucezia e Messapia.
Continuando il percorso (dobbiamo ritornare al primo piano) troviamo affascinanti frammenti medievali, ovunque ancora presenti nel territorio salentino e qui raccolti a seguito delle confische ecclesiastiche ottocentesche e delle distruzioni urbane di inizio Novecento. Si tratta di polittici, dipinti su tavola, lacerti architettonici che riassumono civiltà e culture che si sono susseguite nel Salento in quasi mille anni di storia: dagli Ostrogoti ai Bizantini, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi e ai popoli dell’area mediterranea e asiatica.
Una sensazione di quella che è l’esplosione barocca del capoluogo e di tanti paesi salentini si può cogliere al terzo piano del museo, dove la pinacoteca offre dipinti, sculture, ceramiche ed altro, che narrano di una città che è sempre stata viva e culturalmente pretenziosa. Si alternano espressioni di cultura locale con elementi di provenienza esterna (da Venezia a Napoli, a Roma) che attestano i profondi legami culturali della regione.
Infine, sempre al terzo piano dell’edificio, una sezione è dedicata all’Ottocento e Novecento salentini, con opere realizzate da artisti legati a questa terra per nascita o per elezioni, che la Provincia di Lecce ha collezionato nel corso di un secolo, attraverso acquisti e donazioni.