Lecce Capitale Italiana del Libro 2021?
Non sarebbe male, anzi, a dirla tutta, sarebbe un’opportunità interessante per la città, per la sua crescita culturale non solo a livello regionale, ma anche nazionale.
La Capitale Italiana del Libro nasce con un obiettivo ben preciso: favorire la realizzazione di progetti, iniziative e attività tese alla promozione della lettura da realizzare attraverso un finanziamento pari a 500 mila euro.
Va da sé che un riconoscimento così importante non potrebbe che generare una serie di meccanismi virtuosi che, a loro volta, innescherebbero altri progetti innovativi.
Con apposita delibera di giunta, il Comune di Lecce ha approvato la proposta per candidare la città a “Capitale Italiana del Libro 2021”.

Come si legge nel dossier di presentazione, il progetto culturale di Lecce capitale italiana del libro 2021 si innesta, fortificandolo, nel processo di sviluppo del sistema urbano della lettura, già individuato negli strumenti programmatici dell’amministrazione come uno degli assi portanti delle politiche culturali della città, e che vede coinvolti:
- un centro del sistema, costituito dall’insieme delle due biblioteche civiche, Agostiniani (di prossima apertura) e L’acchiappalibri;
- una pluralità di “presidi di lettura”, disseminati in vari luoghi della città, individuati soprattutto sulla base di criteri geografici (copertura di tutti i quartieri o macroaree cittadine), sociali (intercettazione di bisogni speciali legati a particolari disagi), di sostenibilità (collaborazione di associazioni e/o di gruppi organizzati di cittadini che permettono la fruizione e gestione dei vari presidi, con il coordinamento comunale;
- l’insieme delle librerie cittadine;
- le associazioni culturali che realizzano da anni Festival e rassegne letterarie nella città e nel territorio regionale;
- gli editori del territorio;
- altri attori, quali istituzioni e soggetti pubblici e privati, impegnate nel 2021 nella realizzazione di importanti iniziative strettamente legate al tema della lettura e del libro, integrate e messe a sistema all’interno del progetto culturale di candidatura”.
Sarà un’apposita Giuria, nominata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a valutare le candidature. Una volta esaminate tutte le proposte, saranno individuati fino a dieci progetti finalisti. I Comuni che li hanno presentati saranno quindi invitati a partecipare ad un incontro per la presentazione pubblica e l’approfondimento del progetto. Nel caso in cui si dovesse raggiungere un numero particolarmente elevato di candidature, la Giuria potrà operare una preselezione.
La risposta dovrebbe arrivare entro il 30 novembre del 2020.