di Chiara rosato
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte. In tanti conoscono questa antica filastrocca, ma non tutti forse conoscono le infinite leggende che si celano dietro la figura misteriosa della Befana, la ricorrenza che con nostalgia mette fine alle feste natalizie. Nell’immaginario collettivo, l’emblematica vecchietta dal naso lungo e il mento appuntito, con i suoi abiti malconci, vola su di una scopa magica per portare regali, dolciumi e ramanzine sotto forma di carbone.
Tante le credenze che da sempre ruotano attorno a questa figura, simbolo indiscusso di tradizione e credenza popolare. Tra le tante, si narra che la simpatica vecchietta che fa visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, in realtà avesse origini salentine. Si racconta che fosse Maria Oronza Epifani, classe 1889, di Monteroni, signora con l’abitudine di distribuire doni e leccornie di vario genere ai suoi compaesani, specie ai bambini, durante i primi giorni di gennaio. Bisogna ricordare, infatti, che prima che la figura di Babbo Natale diventasse fondamentale anche in Italia, era la Befana che sanciva la fine dell’anno vecchio portando doni di buon auspicio per l’anno appena iniziato. Nell’immaginario collettivo, con il suo sacco pieno di giocattoli, cioccolatini e caramelle, la Befana vola sui tetti e, scendendo dai camini, riempie le calze lasciate appese dai bambini, ricevendo come ringraziamento un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. E proprio nel Salento, questa figura riveste un ruolo importante nello scenario di tradizioni e miti legati alle feste natalizie. Secondo la religione cristiana ortodossa tipica di questi luoghi fino a qualche secolo fa, era proprio il 6 gennaio la festa più importante del calendario liturgico, il giorno d’inizio del nuovo anno appunto. L’Epifania segnava dunque un inizio nuovo e una rigenerazione della vita per la natura e per l’uomo e i bambini venivano premiati in base a quello che era stato il loro comportamento e il loro operato nel corso nell’anno.
Nella tradizione cristiana, invece, la storia della befana è strettamente legata a quella dei Re Magi. La leggenda vuole che in una fredda notte d’inverno, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, i tre non riuscissero a trovare la strada e chiesero indicazioni ad una vecchietta. Una volta incontrata sul loro cammino, i Re Magi invitarono la donna ad unirsi a loro, ma la vecchina rifiutò, per poi pentirsene. Allora preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, senza successo. La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino.
Come la tradizione vuole, per la notte magica si andava a letto presto, attendendo con trepidazione l’arrivo della mattina seguente e ciò che di bello avrebbe portato con sé. E lo si fa ancora oggi, nonostante la festa arrivi lungo gli strascichi del più impegnativo Natale.
Ma l’Epifania, con il suo velo di mistero e magia, è sempre in grado di regalare un’ultima giornata natalizia, da passare in famiglia e con gli amici.
E allora: viva, viva la Befana!