di Chiara Rosato
Il Natale, si sa, è momento di doni. Lo sa bene il polo Polo biblio-museale Sigismondo Castromediano di Lecce che, qualche ora fa, ha aperto le sue porte per un resoconto sull’attività annuale e la presentazione del programma natalizio di questo gioiello della città custode di tanti tesori.
Un anno intenso quello appena trascorso, che ha visto il museo vestirsi di partecipazione, sostenibilità e impegno civile e sociale. Mesi di impegno, intrisi di aperture straordinarie, mostre, talk, rassegne, concerti, cinema, teatro, danza, didattica e divulgazione. Un Polo sempre più impegnato, tra Museo Castromediano, Biblioteca Bernardini e Palazzo Comi, capace di rinnovamento radicale, dalla cultura della conservazione a quella del dialogo condiviso. Oltre che protagonista di un processo di democratizzazione della cultura, con l’obiettivo di renderla quanto più accessibilmente vicina alla cittadinanza, lontana da stereotipi ma vicino ai temi del presente. Nei suoi luoghi, infatti, oltre centomila persone hanno ricevuto il vaccino durante la pandemia.
«Il 2022 è stato un anno intenso, un vero e proprio paradigma del nostro modo di pensare e fare museo e biblioteca nella società contemporanea: luoghi della cultura sempre più aperti al dialogo con le comunità e il territorio, mostre sperimentali capaci di articolare riflessioni sui temi urgenti del presente, partenariati, premi europei vinti. Sono i successi di tutte le associazioni e degli operatori della cultura che ogni giorno vivono i nostri luoghi, aperti anche durante le prossime festività. Siamo pronti per nuovi percorsi nel segno della partecipazione e della co-progettazione, sempre condivisi, sui sentieri del presente». Con queste parole, durante la conferenza stampa, ha accolto i presenti Luigi De Luca, il direttore del Polo. Tra i progetti più significativi del 2022, il festival Pensa differente, la rassegna Tempora/Contempora, a cura di Ama e Polo biblio-museale, l’impegno sul fronte dell’Archivio Eugenio Barba e dell’Archivio Carmelo Bene, il progetto Spazi aperti della visione con il Festival del cinema francese, il progetto Near, ed ancora Facciamo un patto, il Premio internazionale Emya (vinto dal Castromediano) e il finanziamento su un festival della fotografia per il prossimo anno.
Per l’occasione, e celebrando il centenario della scomparsa di Paolo Emilio Stasi, il Museo Castromediano dedica un’impattante esposizione al letterato, artista a tuttotondo della cultura di Terra d’Otranto di fine Ottocento, appartenente alla scuola napoletana. Pittore, archeologo e pensatore illuminato, Stasi venne emarginato dalla società per la mancanza di studi accademici. Ciononostante, ha saputo produrre pezzi d’arte, reperti archeologici, fotografie, documenti e materiali di altissimo livello. Oggi le sue preziose opere fanno parte della collezione privata dall’omonimo pronipote di Stasi, che fortemente ha creduto nel riscatto di un artista che meritava il giusto lustro. Definito in parte “maestro di disegno”, Paolo Emilio Stasi ha lasciato sul territorio tracce del suo affine spirito d’osservazione, tra pitture e scoperte archeologiche importanti. Tra le altre, a lui si deve la scoperta della Grotta Romanelli di Castro come rifugio dell’uomo paleolitico. Personaggio tipicamente ottocentesco, dalla personalità umanistica e romantica, con uno sguardo attento al naturalismo e alla fotografia.
Per l’occasione, le opere sono passate a restauro dal Museo, che ha inteso dedicare questa pubblicazione dopo una lunga ricerca su una delle personalità più interessanti e meno note della cultura del Salento tra la fine dell’‘800 e gli inizi del ‘900. La mostra sarà visitabile fino al 31 gennaio 2023, tutti i giorni dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 20. Per il programma completo degli eventi durante le festività, invece, è possibile consultare i profili social del Polo. Piccola anticipazione? Un progetto speciale dell’artista Gianluca Costantini dedicato ai drammi urgenti dell’Iran, realizzato con la collaborazione del Comune di Lecce.